Malattia e interruzione delle ferie

  • Il lavoratore è libero di decidere come e dove utilizzare le ferie purché tale scelta sia ispirata a buona fede contrattuale e preservi gli interessi del datore rispetto all’insorgenza di ricorrenti e distinti periodi di malattia. (Cass. 25/1/2011 n. 1699, Pres. Foglia Rel. Zappia, in Lav. nella giur. 2011, con commento di Giampiero Golisano, 909)
  • Il principio secondo cui la malattia insorta durante il periodo feriale ne sospende il decorso non ha valore assoluto, ma tollera eccezioni per l'individuazione delle quali occorre avere riguardo alla specificità degli stati morbosi denunciati e alla loro incompatibilità con l'essenziale funzione di riposo, recupero delle energie psicofisiche e ricreazione, propria delle ferie; ne consegue che la conversione dell'assenza per ferie in assenza per malattia opera soltanto a seguito della comunicazione dello stato di malattia al datore di lavoro, salvo che quest'ultimo non provi l'infondatezza di detto presupposto, allegando la compatibilità della malattia con il godimento delle ferie. (Cass. 6/6/2006 n. 8016, Pres. Mileo rel. Stile, in Lav. nella giur. 2006, con commento di Davide Zavalloni, 977)
  • La comunicazione della malattia insorta durante il periodo feriale può considerarsi tempestiva, ai fini dell'effetto sospensivo delle ferie, anche se non sia stato rispettato il dovere di celerità previsto per la giustificazione dell'assenza del lavoro; nella fattispecie la comunicazione della malattia risulta effettuata quando il lavoratore sarebbe dovuto rientrare al lavoro alla fine del periodo feriale (Trib. Milano 12 novembre 1999, pres. Ruiz, est. Accardo, in D&L 2000, 194)
  • Ai sensi dell'art. 2109 c.c. – come rivisto dalla sentenza della Corte cost. n. 616/87, secondo le precisazioni di cui alla successiva sentenza n. 297/90 della medesima Corte – la malattia sospende le ferie, salvo il caso in cui non sia tale da pregiudicarne la funzione, che è quella di consentire il recupero delle energie psico – fisiche attraverso il riposo e la ricreazione; conseguentemente la clausola contrattuale che consente la sospensione delle ferie solo in caso di ricovero ospedaliero, ponendo una limitazione non consentita, è nulla per contrasto con norma imperativa (Cass. 22/3/96 n. 2515, pres. Micali, est. Sciarelli, in D&L 1997, 115)
  • Sussiste l'effetto interruttivo delle ferie a causa della malattia insorta durante le stesse in applicazione dell'attuale testo dell'art. 2109 c.c., qualora la malattia non consenta la salvaguardia dell'essenziale funzione di riposo, recupero delle energie psicofisiche e ricreazione propria delle ferie (Trib. Milano 16/12/95, pres. Mannacio, est. Gargiulo, in D&L 1996, 456)
  • Sussiste l'effetto interruttivo delle ferie, a causa della malattia insorta durante le stesse – in applicazione dell'art. 2109 c.c., siccome modificato dalla sentenza 30/12/87 n. 616 della Corte Costituzionale – qualora il lavoratore abbia richiesto e ottenuto regolare certificazione dello stato morboso, inviata sia al datore di lavoro sia all'Inps, che imponga la reperibilità al domicilio nelle fase orarie previste dal DM 15/7/86; tale reperibilità è infatti incompatibile con il reale conseguimento delle finalità proprie delle ferie, sottoponendo il lavoratore a restrizioni della libertà di movimento e della libertà di partecipare ad attività ricreative di svago, nonché ad incontri sociali (Trib. Pordenone 10/4/95, pres. Fontana, est. Bolzoni, in D&L 1995, 984)
  • L'effetto sospensivo delle ferie da parte della malattia, ai sensi dell'art. 2109 c.c. come integrato dalla sentenza della Corte cost. n. 616/87, si verifica – quando la malattia comprometta apprezzabilmente la funzione assolta dalle ferie nel ritemprare le energie psicofisiche del lavoratore – sia se si tratti di ferie individuali sia se si tratti di ferie godute collettivamente dai dipendenti in concomitanza con la chiusura dello stabilimento (Trib. Milano 16/12/94, pres. Siniscalchi, est. Accardo, in D&L 1995, 652. In senso conforme, v. Trib. Milano 21/5/97, pres. Ruiz, est. De Angelis, inD&L 1998, 126)